Cannes, 26 Maggio (red Cin.) – E’ ancora una volta la solidarietà, il tema con il quale Ken Loach torna in concorso a Cannes dopo le due Palme d’oro per Il vento che accarezza l’erba e Io, Daniel Blake con The Old Oak, che in Italia sarà distribuito da Lucky Red. E ancora una volta il suo cinema si fa manifesto politico, il manifesto di un autore coraggioso e resiliente che a 86 anni ancora porta sul set e sullo schermo la sua coerenza e il suo modo di essere in lotta per la difesa degli ultimi,in stretta complicità con il suo sceneggiatore di sempre, Paul Laverty.
The Old Oak è un pub del Nordest inglese , dove c’erano un tempo le miniere e con le miniere le lotte dei lavoratori, con i loro scioperi . Erano gli anni Ottanta che oggi, con quel bagaglio militante di proteste e militanza, solo un lontano ricordo. E quando in città arriva un gruppo di rifugiati siriani il quieto proprietario di quel pub riscopre il senso della solidarietà e il suo modo di soccorrere gli ultimi che in città tutti vivono, in realtà, come i pericolosi usurpatori dai quali difendersi.
In un film che racconta una guerra tra poveri alimentata dall’ignoranza la storia racconta gli uomini e le donne di buona volontà come Yara (Ebla Mari), che ha imparato l’inglese volontaria in un campo profughi e che coltiva la passione per la fotografia grazie alla macchina che suo padre, ora incarcerato dal regime di Assad e forse vittima delle sue torture, le ha regalato. La giovane fotografa e TJ stringono un forte legame di amicizia e solidarietà che toccherà il cuore dell’intera comunità. E la fotografia – così come la macchina da presa di Loach – diventa uno strumento strategico per dire quello che non si riesce a dire a parole e aiutare tutti a comprendere.
Forza, solidarietà e resistenza sono le tre parole impresse su una badiera che inglesi e siriani portano insieme in corteo. E, dice Loach “Sono parole del nostro tempo” Ma ci sono anche altre parole importanti: “Possiamo vincere con i discorsi ma se non ci organizziamo non sarà una vera vittoria. Bisogna dare il potere alla classe lavoratrice e sottrarlo ai potenti. Dobbiamo essere ottimisti”, Loach ne è convinto e ancora una volta dice: “possiamo organizzarci…La speranza è una questione politica e un giorno vinceremo”