Cannes, 26 Maggio (red.Cin) – Ancora una volta una fiaba ma anche un racconto popolare che unisce sogno e realtà, cronaca di un mondo poco raccontato come quello dei ‘tombaroli’ di Tarquinia terra esoterica di misteri perduti in un mondo sotterraneo con il quale un buffo inglese ha un rapporto speciale, come uno strano rabdomante capace di intercettare presenze e sensazioni perse nel tempo.
E’ in sintesi il mondo de La Chimera, il nuovo film di Alice Rohrwacher accolto a Cannes con ben 13 minuti di applausi e pronto a uscire in sala in autunno con 01. L’inglese misterioso si chiama Arthur ed è nel film Josh O’Connor che torna nelle terre etrusche assopito su un treno che attraversa gli anni 80 verso una di quelle cittadine sul Tirreno dove, su un’utilitaria color puffo, ci sono i tombaroli suoi ex complici , per i quali ha scontato la prigione, che lo attendono perché il loro sogno sotterraneo di riscatto e di ricchezza riprenda come sempre. Ultimo tra i tre titoli in concorso a Cannes il film racconta un mondo segreto e poco esplorato dal cinema, unendo sensazioni e suggestioni che filtrano dalla memoria di un cinema d’autore che è la ricchezza, mai dimenticata, del cinema italiano più grande e iconico che riemerge, come i vasi etruschi, da immagini che citano forse inconsapevolmente Pasolini e Fellini, Rossellini e perfino quel modo di raccOntare una banda sgangherata di ladri che torna dal ricordo dei Soliti ignoti.
Arthur che per tutti è “L’inglese” era fidanzato un tempo con Beniamina, che vediamo con lui in un’immagine all’inizio del film e tornerà alla fine in un’immagine solarizzata, misteriosamente in bilico tra sogno e realtà. Era la figlia di Flora, un personaggio dal fascino decadente come la casa che abita, alla quale Isabella Rossellini regala il prezioso cameo di un’anziana insegnante di canto, madre di sei femmine pronte a speculare sul valore di quella casa decadente dove vive accudita da Italia, l’aspirante studentessa di canto che tratta, in realtà, come una domestica a buon mercato volenterosa ma attenta soprattutto alla sua sopravvivenza, tenendo accuratamente nascosti i suoi privatissimi segreti.
Un film in cui il tema della sopravvivenza attraversa il sogno, a volte raggiungibile ,della chimera che ciascuno rincorre in quel sacrilego commercio dell’antico che si alimenta grazie a Spartaco, figura quasi mitologica che nessuno conosce davvero e che il film svelerà con un inatteso coup de theatre da non spoilerare…La Chimera è un viaggio in un immaginario che mette in scena precarietà e poesia, con un’estetica che richiama tutto il cinema della Rohrwacher ed è scandito da un medley di musiche bizzarre in una sonorità che unisce Vasco Rossi e musiche medioevali, il Tango delle capinere, e Gli uccelli di Battiato, anche evocazione dell’antica arte etrusca dell’ornitomanzia.