HomeARTICOLIFesta del Cinema, 'Mani nude' con uno spietato Alessandro Gassmann

Festa del Cinema, ‘Mani nude’ con uno spietato Alessandro Gassmann

Roma, “Viviamo in un mondo di crescente violenza, un muro contro muro, un mondo di guerre, una violenza che ci circonda e ci permea. Un film che parla di violenza, ma in questa storia si trova un piccolo pertugio”. Così Alessandro Gassmann protagonista insieme a Francesco Gheghi del film di Mauro Mancini dal titolo ‘Mani nude’, tratto dall’omonima opera letteraria di Paola Barbato, edita da R.C.S., che è stato presentato alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma e dal 23ottobre in sala con Eagle Pictures.

‘Mani Nude’ è la storia di Davide (Gheghi), un ragazzo di buona famiglia, occhi da bambino e corpo da adulto, e Minuto (Gassmann), un carceriere e allenatore di altri uomini senza speranza né futuro; una storia che affonda le sue radici nelle paure e nei sentimenti più perturbanti di un uomo e di un ragazzo, entrambi vittime di un destino più grande di loro, spingendo a un’inevitabile riflessione su quanto sia sfaccettata e a tratti incomprensibile la natura umana.
Nel cast anche Fotinì Peluso, Paolo Madonna, Giordana Marengo e Renato Carpentieri. “Non c’è due senza tre. E questo film è stato un’occasione per tornare a lavorare con Mauro su qualcosa che mi appassiona”, prosegue Gassmann, che ha già lavorato con Mauro Mancini precedentemente in altri due film come ‘Non odiare’ nel 2020.
E Francesco Gheghi: “Avevo fatto il provino per ‘Non odiare’ e non è andata. Ma sapevo che con Mauro ci sarebbe stato qualcosa. Ho rubato tanto da Alessandro, la sua professionalità. Sono cresciuto con il telegiornale che parla di violenza. Il male va raccontato ed è l’unico modo per sconfiggerlo. Questo è anche un film sui sensi di colpa che portano le persone a rinascere. È stata l’esperienza più tosta della mia vita. Venivo da tante repliche nello spettacolo di Martone a teatro. Ho fatto tre mesi di training. Ho preso dieci chili di massa muscolare”.

E il regista dice: “Proseguo la ricerca su tematiche che mi sono molto vicine. E sicuramente il perdono è una di queste. Continua la mia ricerca sulle origini del male e mi piace l’idea di lavorare su questo tema”. Infine il produttore cinematografico Tarak Ben Ammar conclude: “Questo non è un film sulla violenza, ma sull’amore. Penso che ne andrebbe fatto assolutamente un altro sulla stessa scia”.

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