Roma, 19 ottobre- “Gli unici passi che vale la pena di fare sono quelli più lunghi della gamba”. E Uberto Pasolini ha deciso di fare questo passo confrontandosi con niente meno che l’Odissea di Omero. S’intitola ‘The Return’ è stato presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma e uscirà nelle sale il 30 gennaio distribuito da 01 distribution. Nelle vesti di Ulisse, Ralph Fiennes, mentre in quelle di Penelope, Juliette Binoche. Nel cast anche Charlie Plummer (Telemaco), Claudio Santamaria (Eumeo) e Angela Molina (Euriclea).
“Sono settant’anni che non si vede una versione dell’Odissea per il cinema che racconti la storia di Ulisse, dei Proci, di Penelope. Non so perché gli autori cinematografici non si sono confrontati con questa sfida, io l’ho fatto per arroganza e perché ho avuto degli attori eccezionali. Erano trent’anni che pensavo di fare questo film. Ci ho messo più io che Ulisse a vincere la guerra”.
E sulla preparazione nell’interpretazione. “Io leggo i testi e poi li immagino- dice Ralph Fiennes-. Mi sono domandato cosa significa tornare a casa e tornare esausti immediatamente. Volevo indagare per capire l’emotività di quella situazione”. Mentre Juliette Binoche: “Sono archetipi presenti in noi. Ho interpretato una donna che si sente sola e abbandonata, sentimenti che si possono provare quando si viene lasciati. È una donna imprigionata in un castello vicino alla collina che vuole resistere e proteggere il proprio figlio. Ho pensato alla mia vita e alle situazioni a cui devo fare fronte da sola per educare i miei figli. All’inizio temevo di dover interpretare una regina, ma poi mi è stato tutto più facile. Mi auguro che il film possa essere di ispirazione per le giovani generazioni. Stare a Corfù con tutta quella natura e il mare mi ha ispirato molto”.
Infine il regista conclude: “Più si invecchia e più ci si riconosce nella psicologia di questi personaggi, che per me sono persone. Io mi riconosco marito e padre fallito.
Abbiamo condensato eventi del passato e del presente. Ci sono alcune battute di testi più recenti, ho letto molte interviste di reduci del Vietnam e della loro difficoltà del tornare in famiglia, queste cose mi hanno ispirato molto e sono entrate nei dialoghi. Abbiamo fatto tutte le cose comunque nello spirito omerico”.