Roma, 11 ottobre (di Giulia Lucchini)- Acqua e cinema: un binomio inedito. Una felice intuizione metterle insieme. È quello che hanno deciso di fare Acea, il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Fondazione Cinema per Roma con un contest sulla tutela della risorsa idrica e una retrospettiva di nove film incentrati su questo prezioso elemento. Due iniziative nell’ambito della diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma in cui la vera star sarà l’acqua.
“Credo molto in questo progetto: il cinema è come l’acqua, impalpabile, liquido, il regno del sogno”, dice il direttore comunicazione Acea Virman Cusenza. E Francesca Via, direttrice generale di Fondazione Cinema per Roma:
“L’acqua fa parte di noi e il cinema rappresenta la nostra vita. Abbiamo voluto fare una selezione di film armonica all’interno della Festa del Cinema che desse valore a questo elemento”. Saranno dunque nove i titoli (di cui due in concorso alla Festa del Cinema) della retrospettiva Gocce di Cinema: La forma dell’acqua di Guillermo del Toro, Watermark di Jennifer Baichal e Edward Burtynsky, il doc L’isola della cura di Alex Grazioli sull’Isola Tiberina, Prigionieri dell’oceano di Alfred Hitchcock, il capolavoro di Steven Spielberg Lo squalo, Nel Tempo di Cesare di Angelo Loy, il doc Lampi sull’acqua di Wim Wenders, Nostalghia di Andrej Tarkoskij e Da qui all’eternità di Fred Zinnermann.
Previsto anche il contest ‘I mille volti dell’acqua’ sui temi dell’uso e del riciclo dell’acqua. Sono già arrivate 86 iscrizioni, con qualche proposta anche internazionale, e Acea insieme al Csc ha già fatto una prima selezione di cinque cortometraggi. Il lavoro migliore sarà proiettato il 16 ottobre alle ore 17 nella Sala del Teatro Studio Borgna dell’Auditorium e sarà premiato con il Premio Speciale Gruppo Acea. Tra le altre proposte del Gruppo Acea, che quest’anno celebra 115 anni di storia, anche uno stand dedicato alla visione dei lavori in concorso e una serata speciale (il 21 ottobre alle 21,30) con la proiezione del film Emilia Pérez di Jacques Audiard nella Sala Sinopoli dell’Auditorium.
“Il futuro del nostro pianeta si gioca soprattutto sull’acqua e il cinema ne ha sempre fatto un uso molto particolare, essendo per certi versi un effetto speciale naturale. Pensiamo che il primo corto dedicato all’acqua è stato fatto dai fratelli Lumière, si intitolava L’innaffiatore innaffiato”, sottolinea Mario Sesti, responsabile della comunicazione del Csc. Tutti hanno dunque sottolineato il rapporto viscerale che lega l’acqua all’immaginario del cinema e il fatto che Roma, Regina Aquarum e capitale della tradizione acquedottistica, è davvero il luogo ideale per celebrare questo legame. E in cantiere tanti altri progetti per rendere sempre più, anche nelle scuole, l’educazione idrica qualcosa di fondamentale nell’educazione dei cittadini.