Roma, 3 ottobre (di Giulia Lucchini)- “La musica si basa sulla sincerità. Questo fa in modo che le canzoni possano passare la prova del tempo. Per esempio loro raccontavano l’ansia dell’appuntamento con una ragazza e rappresentavano i sentimenti del 98% dei ragazzi”. Così il regista Sydney Sibilia spiega il segreto del successo degli 883, ovvero di Max Pezzali e Mauro Repetto, due ragazzi sconosciuti della provincia di Pavia che riuscirono a credere in un sogno così fortemente da renderlo reale nei mitici anni novanta arrivando in vetta alle classifiche dei dischi più venduti. Ne è stata fatta una serie creata e diretta da Sibilia e dai co-registi Francesco Ebbasta e Alice Filippi, prodotta da Sky Studios e Groenlandia e dall’11 ottobre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.
Nei panni di Max e Mauro, il primo più insicuro e il secondo molto più deciso a diventare una rock star, rispettivamente Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli. “Max è un diciottenne che non crede nei propri sogni, ma ne ha uno grande. Poi arriva quel vulcano di Mauro e riuscirà a realizzarlo. Questa storia ci insegna che nella vita bisogna inseguire i propri sogni perché possono diventare realtà. E poi i temi sono universali e un ragazzo del 2000 si può riconoscere in questa storia piena di sentimenti e tumulti attualissimi”. E Matteo Oscar Giuggioli: “Non esiste Max senza Mauro e viceversa non esiste Mauro senza Max. I sogni si perseguono insieme”.
E Sydney Sibilia, creatore e regista della serie, dice: “Eravamo anche disposti a fermarci se non avessimo trovato i protagonisti. Abbiamo fatto tre mesi di provini. A un certo punto sono arrivati Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli e non abbiamo avuto dubbi e li abbiamo scelti”. E sulla genesi: “Ho capito che c’era un mondo dietro di loro riascoltando le canzoni che ascoltavo da piccolo anche se erano in slang pavese e io salernitano non le capivo molto. Poi ho divorato il libro di Max e l’ho trovato molto autoironico descriveva come vedeva sé stesso. A quel punto parlai con Max di questo mio progetto e lui mi disse di farlo”. Mentre sul coinvolgimento di Max e Mauro nella serie dice: “Abbiamo fatto alcune consulenze insieme, ma siamo andati abbastanza da soli. Abbiamo cercato di rimanere aderenti alla storia e credo che ci siamo riusciti. Gli 883 l’hanno vista e gli è piaciuta. Ora sono curioso della reazione che avranno i fan. Mauro invece era più misterioso. C’era anche meno materiale video su di lui, ma la risposta è sempre nelle canzoni attraverso le quali riesci a capire come sono fatti. E comunque sono due figure complementari”.
E ancora: “Con Matteo Rovere avevamo già fatto un biopic sul mondo della musica, su Carosone, per Rai1. Era un prodotto più simile a Bohemian Rhapsody sui Queen perché faceva parte di un filone didattico. Quando ci siamo approcciati alla storia degli 883 ci siamo detti che doveva per prima cosa essere un teen dramma, ci interessavano più i sentimenti e non la cronostoria degli eventi. Avevo molta voglia di raccontare un periodo che rappresenta la mia infanzia e ci abbiamo messo tanti riferimenti cinematografici e televisivi come Ovosodo, Notte prima degli esami e Beverly Hills 90210”.
“Dopo aver prodotto Romulus con Matteo Rovere in protolatino è stato molto facile entusiasmarmi a questi due ragazzotti di provincia che arrivano a Milano”, dice Nils Hartmann (Sky). E Matteo Rovere (Groenlandia): “Questa serie parla di noi e della nostra vita. Il loro primo album è stata la prima cassetta che ho comprato. Mi ricordo la fisicità delle cassette. E Sydney Sibilia era perfetto per farla visto che insieme avevamo già lavorato in Mixed by Erri, proprio sulle musicassette”.