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Delpero, “Con Vermiglio fisso il chiodo del prossimo obiettivo ovvero la shortlist”

Romam 25 settembre (di Giulia Lucchini)- “Negli ultimi tempi si leggeva un po’ sui giornali che era tra i titoli favoriti e quindi faceva parte dell’orizzonte del possibile”. Come dire, un po’ se l’aspettava Maura Delpero che il suo film ‘Vermiglio’, fresco vincitore del Leone d’argento a Venezia 81., fosse nominato quale film italiano da designare agli Oscar per rappresentare l’Italia alla 97esima edizione degli Academy Awards.

“Ho e avevo una sorta di strana tranquillità e fatalismo che non è mio forse perché vengo da Venezia, dove ho vinto un premio importante, l’uscita in sala, il tour e la selezione a tanti festival. Per cui più che preoccuparmi ero e sono molto occupata”, prosegue la regista che comunque dopo la notizia ha scelto ancora di più di seguire la lezione di vita ereditata dal suo maestro di drammaturgia. “Mi raccontò come gli scalatori di alta montagna non guardino né sopra né sotto, ma fissino solo il chiodo che stanno piantando. Lo fanno perché altrimenti rischiano lo shock d’abisso. Mi aiuta molto questo pensiero quindi io ora batto il chiodo del prossimo obiettivo ovvero la shortlist (ndr. che includerà i quindici migliori film internazionali selezionati dall’Academy® e che sarà resa nota 17 dicembre 2024). Il resto si vedrà (ndr. l’annuncio delle nomination, ovvero la cinquina dei film nominati per concorrere al premio, è previsto per il 17 gennaio 2025, mentre la cerimonia di consegna degli Oscars® si terrà a Los Angeles il 2 marzo 2025)”.

Sul grande “rivale” e favorito in lizza ovvero ‘Parthenope’ di Paolo Sorrentino commenta: “Personalmente l’ho incontrato solo una volta al David e io ero tra i candidati per il miglior esordio. Lui ci disse: ora lo spazio è vostro in modo molto cavalleresco. Ha avuto questa magnanimità. Questa sua dichiarazione che apprezzo molto ovvero che si è detto contento per la scelta di ‘Vermiglio’ conferma la sua generosità. Sorrentino era già stato agli Oscar e si conosce di più il suo linguaggio. Il mio film forse era più nuovo”. Sul suo film però commenta: “Ho sentito che c’era un sostegno e che questo film poteva avere una sua eleganza. Ho sentito grande calore nelle sale in questi giorni. Un calore anche discreto perché è un film che arriva il giorno dopo. In sala ho sentito un bel silenzio e mi sono arrivati commenti specifici, particolari, belli alcuni mi hanno detto: mi ha purificato lo sguardo. È una voce che l’Italia forse voleva avere. Spero che sia apprezzato per la sua postura e integrità. Sicuramente può dare una prospettiva di sguardo perché parla di un passato lontano, ma vicino che può continuare a suggerirci qualcosa all’orecchio. Può dare uno sguardo sulla contemporaneità e farci ragionare su cosa viviamo.
È stato fatto con un desiderio di guardare indietro per guardare avanti, e di riflettere. Non è stato fatto con una volontà nostalgica”.

E sui competitors dice: “Non ho visto i film che ci sono in giro, ma credo che molti siano interessanti. Il mio ha un’angolazione diversa perché lavora su un off, su un grande fuori campo. E il fuori campo spesso è più potente di quello che sta in campo. Ci sono certamente film bellissimi, ma è ancora tempo per pensarci intanto pensiamo a cosa possiamo fare per arrivare più in là al meglio. Mi fa piacere quando ci sono autori che hanno un loro linguaggio e sguardo, mi dispiace quando invece sono schiacciati da logiche di intrattenimento. Ma non sono una critica e diventa anche un po’ imbarazzante parlarne pubblicamente”. Intanto il film è uscito in sala lo scorso weekend (precisamente giovedì 19 settembre) distribuito da Lucky Red e ha già riscosso un grande successo entrando nella top ten e registrando un incasso di 132.737 mila euro con la straordinaria media copia di quasi 5mila euro. “Siamo contenti della strategia distributiva scelta per Vermiglio- sottolinea Andrea Occhipinti-. Con un’uscita ristretta di sole 25 copie Vermiglio è entrato nella classifica Cinetel dei primi dieci migliori risultati con una media per copia altissima e un ottimo passaparola. Con questa strategia volevamo consolidare il film nelle grandi città e questo è successo. Naturalmente oggi, dopo questa fantastica notizia, stanno aumentando le copie e il prossimo weekend il film uscirà in più di 100 copie”.

Prodotto da Cinedora con Rai Cinema in coproduzione con Charades Productions e Versus Production il film è venduto nel mondo da Charades, che ha già chiuso importanti accordi di distribuzione con numerosi Paesi, inclusi gli Stati Uniti, dove il film uscirà con Sideshow e Janus Films (ancora non si conosce però la data di uscita). Sulla futura campagna Oscar Paolo Del Brocco (Rai Cinema) dice: “Faremo un meeting con i produttori per capire il da farsi. Rispetto allo scorso anno abbiamo il vantaggio che c’è già un distributore americano e un po’ la strategia di campagna la fanno loro. Io posso dare un valore aggiunto forte della campagna che ho fatto con Garrone e ‘Io Capitano’. Mi piace l’atteggiamento di Maura quasi stupito. Per gli Oscar ci vogliono tanti soldi, è un meccanismo un po’ assurdo e serve molta pazienza e serenità. Questo film è un po’ una favola e penso che si potrà fare una bella campagna. Se non ci si aspetta grandi cose è il momento in cui si gode di più. Lo scorso anno c’erano un enorme quantità di film fantastici quest’anno a sensazione non mi pare. Io sono molto fiducioso perché questa compagine la sa più lunga secondo me di quel che vuole fare vedere”.

Infine Maura Delpero che si prepara ad affrontare tutto questo dice: “Mi dicono che mi aspetta una grande campagna e tanto lavoro. Sono consapevole di avere in questo momento un ruolo pubblico. Questo non significa che mi trasformerò come una che fa le cene solo con le persone giuste. Finora non mi è stato chiesto di occuparmi di un aspetto glamour e continuerò con il mio stesso baricentro. L’industria cinematografica talvolta è un po’ faticosa dal punto di vista umano. Ho lavorato come un mulo e spesso trovavo solo esempi maschili. Essendo nata in una società patriarcale mi sono sentita che in qualche modo stavo scegliendo un lavoro maschile. C’è ancora un grande pregiudizio. Fino ad ora la cinematografia è stata monopolio di una ristretta cerchia e rappresentava una piccola parte. Io vengo da un altro mondo per cui non dipendo molto dai giudizi esterni, ma questo è un lavoro che passi dalle stelle alle stalle e può generare anche sofferenza. Io ci sono arrivata tardi e così come non mi esalto a dismisura, non mi butto neanche particolarmente giù, ho come una bussola interiore”.

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