Venezia, 1 settembre – E’ andato a Nanni Moretti il Premio Pietro Bianchi 2024, riconoscimento che i Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) consegnano tradizionalmente al Lido, quest’anno alla sua 47.ma edizione, ad una personalità eccellente del cinema italiano. Assegnato da sempre d’intesa con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il ‘Bianchi’ 2024 è un omaggio a Nanni Moretti che sigla anche una giornata speciale a lui dedicata dalla Mostra 81 diretta da Alberto Barbera con la presentazione di Ecce Bombo restaurato dal CSC – Cineteca Nazionale: il premio è stato infatti consegnato oggi in Sala Corinto in occasione della proiezione del film.
Un film per il quale Nanni Moretti ha ricevuto il primo di ben dodici Nastri d’Argento avuti come regista, sceneggiatore e produttore. Proprio i giornalisti segnalarono per primi la forza innovativa del film con il primo Nastro d’Argento a Nanni per il miglior soggetto originale. Come ricorda Laura Delli Colli, Presidente, a nome del Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Moretti fu definito allora, e sottolinearlo oggi sembra più che mai attuale “il poeta più intelligente e sottile, più affettuoso e disincantato, più ironico e malinconico di quel tempo. Una definizione che resta, con l’impegno, il talento, l’originalità e soprattutto la coerenza di un autore che è riuscito, nel suo personalissimo stile, “a raccontare una generazione, con i suoi desideri, i suoi inciampi e le sue paure”. Ed è per questo che la stampa cinematografica quest’anno gli esprime a Venezia il suo affettuoso grazie”
“Ho voluto che ci fosse anche Fabio Traversa perché oltre che essere uno dei protagonisti di Ecce Bombo, lo è stato anche di Io sono un autarchico il mio primo lungometraggio fatto in casa in super8 e mi ha sempre aiutato nei miei cortometraggi che facevamo in modo dilettantesco con il super 8- dice prima della proiezione Nanni Moretti-. Mi ha tanto aiutato all’inizio del mio lavoro. Dopo Ecce Bombo ci siamo persi di vista. L’ho chiamato dopo 21 anni per Palombella Rossa e dopo 34 anni l’ho chiamato per Il Sol dell’avvenire. Come sei messo per il 2068? Hai impegni?”. E poi: “Non presumevo e neanche ora presumo di conoscere i gusti del pubblico. Io sono un autarchico era un film fatto in casa su dei personaggi borghesi romani, e anche Ecce Bombo ha gli stessi personaggi con Roma e la piccola e media borghesia e ha lo stesso stile. In Ecce Bombo prendo pochi personaggi piccola e media borghesia romana e giovani che hanno smesso di fare politica perché delusi dalla militanza politica e fanno un piccolo gruppo di autocoscienza maschile. Non mi aspettavo il successo che poi c’è stato e che ci fosse questa corsa all’immedesimazione. Non lo avevo messo in conto. Mi sembrava un film molto doloroso riservato a pochi spettatori. Il produttore mi disse che era affezionato perché era un po’ come quei figli problematici. Persone lontanissime per estrazione sociale, per età e per generazione, per idee politiche si identificarono nel film. Racconto una porzione molto limitata di realtà. Il film uscì nel marzo del 1978 e erano i giorni del sequestro di Aldo Moro”.
Infine conclude: “Nel finale ci sono degli anziani che ballano in una balera all’aperto. Quella balera sarebbe sul Tevere. Mi è piaciuto alternare fin da allora attori professionisti con quelli non e perfino familiari. C’era anche mio padre. Oggi si fanno tante polemiche sui film che non vengono distribuiti. Ma è anche vero che tanti bei film vengono distribuiti e poi il pubblico non li va a vedere. Ecco il pubblico non è sempre innocente, è anche pigro anche perché oggi si sa tutto: trama, durata, uscita. Non è che il sistema cattivo non gli dà bei film. Ogni tanto ci sono film molto bello che il pubblico pigramente non va a vedere”.