Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

HomeARTICOLICinema e IA, Radu Mihaileanu: "Strumento prezioso, ma non padrone"

Cinema e IA, Radu Mihaileanu: “Strumento prezioso, ma non padrone”

Roma, 16 aprile- “Noi non siamo contro l’intelligenza artificiale. Può e deve essere uno strumento prezioso a patto che non diventi il padrone. Da tempo al cinema ce ne serviamo. È utile per l’umanità in molti settori, primo tra tutti la medicina, ma non vogliamo che si sostituisca agli esseri umani per pensare il mondo”. A parlare è il regista Radu Mihaileanu che nell’ambito di Cinematografo Incontra (format della Rivista del Cinematografo) inserito nella seconda edizione di ‘NABA Story First’ ha dialogato con il giornalista Federico Pontiggia, lo sceneggiatore Vinicio Canton e il regista Francesco Rainieri Martinotti a proposito di un argomento più che mai attuale e pieno di punti interrogativi ovvero l’intelligenza artificiale.

“Non dobbiamo diventarne schiavi e ricorrerne ogni volta che abbiamo un problema- prosegue Mihaileanu-. Se ci basiamo solo sull’intelligenza artificiale non si inventerà nulla di nuovo. Per esempio non ci sarebbero mai stati il cubismo o la Nouvelle Vague”.
Tante le problematiche che l’intelligenza artificiale solleva. “Una su tutte: non distingue tra ciò che è vero e ciò che è falso. Io feci nel 2002 un doc su un aiuto regista spedito in Africa alla ricerca dei pigmei (ndr. il titolo è Ricchezza Nazionale). Per fare quel film feci un lungo lavoro di ricerca. Ma l’intelligenza artificiale non fa differenza tra materiale e materiale. Prende tutto indistintamente. Non ha dubbi e non ha paure. Ne scaturisce un remix sempre uguale”.
Altra questione sollevata: il pericolo dell’impigrimento dato dall’intelligenza artificiale. “Senza contraddizioni finisce il processo creativo”, dice Vinicio Canton. E Radu Mihaileanu: “È proprio il mio migliore amico, nonché mio storico collaboratore, che contraddicendomi mi spinge a migliorare nel lavoro. L’intelligenza artificiale non lo farebbe mai. Non fa che ripetere cose che già sono state fatte quindi non inventa. Si va verso una produzione standardizzata e così il nostro pensiero si restringe. Come autori il nostro ruolo è quello di esprimere la nostra creatività e le nostre idee e questo riguarderà non solo il cinema, ma anche l’editoria”.
Altro rischio è quello di un’omologazione generale. “Il pericolo è quello di un appiattimento a livello globale- prosegue Radu Mihaileanu-. Quelli che sono nati con il gps non saranno più in grado di andare da nessuna parte. È una rivoluzione molto forte potente che avviene in un mondo capitalista e neoliberale e l’incontro è catastrofico perché viviamo in un mondo dominato dal mercato e dai soldi”.

In collegamento da remoto anche il regista Andrea Traina che invita comunque a cavalcare l’onda dell’intelligenza artificiale e a non temerla in quanto è “un nuovo strumento, un assistente sempre pronto ad aiutarvi nell’arco del processo creativo. Anche se senza la creatività umana non servirebbe a nulla”.
Urge però una regolamentazione come sottolinea infine Francesco Rainieri Martinotti.
“Noi non dovremmo più chiamarla intelligenza perché a furia di chiamarla così crediamo che sia davvero intelligente. Io propongo di chiamarla: furto senza scasso nella casa del sapere oppure assemblatore di creatività altrui. Un altro nome che propongo è ricettatore di idee rubate. Bisogna mettere delle regole perché è qualcosa che può distruggere anche alcune categorie professionali. Tra l’altro la trasparenza è uno dei criteri più importanti da rispettare perché gli autori devono sapere se le loro opere sono state utilizzate per formare queste macchine”.

Must Read