Roma, 23 gennaio- La forza più perentoria dell’essere umano è la debolezza. E questo è il messaggio più forte del nuovo film di Maria Sole Tognazzi, nelle sale dal 25 gennaio con Vision Distribution. S’intitola Dieci Minuti, perché, come capiamo guardandolo e come scoprirà la protagonista Bianca (Barbara Ronchi) nel pieno di una crisi esistenziale, dieci minuti al giorno facendo qualcosa di completamente nuovo possono cambiare il corso della giornata. Ma anche il corso di una vita. Non solo, possono fare cambiare prospettiva, anche nuovi incontri, la scoperta di legami speciali e l’ascolto di chi ti ha sempre voluto bene. Insomma a volte basta poco per ricominciare.
Scritto a quattro mani dalla stessa Maria Sole Tognazzi insieme a Francesca Archibugi, liberamente ispirato al romanzo Per Dieci Minuti di Chiara Gamberale (edito da Feltrinelli) e interpretato, oltre che dalla già citata Barbara Ronchi, anche da Margherita Buy e Fotinì Peluso, questo film è il racconto di una rinascita.
“Il libro parte dall’idea forte di raccontare una donna che decide di ricominciare e di uscire dal dolore iniziando piano piano ad avere uno sguardo allargato- dice Maria Sole Tognazzi-. Il romanzo aveva all’interno varie caratteristiche che mi interessavano. Attraverso gli incontri Bianca riesce ad avere un quadro della vita altrui e piano piano inizia ad osservarli e a stare meglio”.
Talvolta per fare ordine bisogna andare indietro cercare la verità e risolversi. “Ci sono nodi che ti riportano indietro al mondo dell’infanzia- dice Barbara Ronchi-. Ci sono cose successe indietro nel tempo che ti definiscono. Quello che succede a Bianca non è una tragedia, è solo qualcosa di cui non si è parlato nel tempo e che proviene dalla sua infanzia emotiva. La debolezza qui è vista come qualità umana, cioè quando ti dai la possibilità di essere vero e senza sovrastrutture. Bianca prova una sofferenza che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita, quella in cui fai fatica ad alzarti dal letto. Piano piano quando inizia ad ascoltare gli altri e inizia a essere un po’ meno egoriferita Bianca rinasce”.
E poi: “Con Maria Sole Tognazzi ci siamo incontrate per la prima volta al 50esimo di Favino e abbiamo chiacchierato come se ci conoscessimo da una vita. Con la Archibugi avevo già lavorato in Romanzo Familiare e da lei mi sono fatta raccontare come è la vita di chi scrive e come si possa vivere in una vita immaginaria senza il principio di realtà. Bianca ha un distaccamento tra quello che è la vita e quello che immagina e non riesce a gioire di quel che ha. È come se fosse sempre nello stadio fanciullesco e nel momento della crisi non ha gli strumenti per ritirarsi su. A quel punto per fortuna arriva la sua amata psicologa ovvero Margherita Buy”.
“Interpreto una donna che fa molto poco per essere amata e che lavora in un pronto soccorso della mente- dice Margherita Buy-. Apparentemente scontrosa e poco empatica. Attraverso di lei Bianca ritrova un equilibrio. Mi piace questo film perché affronta uno stato d’animo non così lontano da quello che stiamo vivendo tutti nel nostro tempo così complicato. È anche un racconto anche un po’ giallo”.
Sicuramente un film al femminile, come lo definisce la stessa regista che poi precisa: “I miei ultimi lavori sono caratterizzati dai personaggi femminili. Metto le donne al centro del racconto. Da lì è nata la parte più vera del mio cinema. Ma personalmente sono molto affezionata ai personaggi maschili. In primis a quello interpretato da Alessandro Tedeschi, che tra l’altro è il compagno nella vita reale di Barbara Ronchi. Nel film è un uomo che all’inizio sembra freddo, ma che poi rivela le sue fragilità. Sono personaggi importanti, li metto solo un po’ in disparte, in poche parole faccio il contrario di quel che ha fatto il cinema negli ultimi cinquant’anni. Non li condanno, ho sempre cercato di avere una mancanza di giudizio nel descriverli”. E Fotinì Peluso aggiunge: “Non lo definirei un film femminile perché parla di temi universali. In realtà la figura maschile è molto presente nel film. Spesso sono fonte anche di traumi, nel mio caso c’è stato un padre assente, interpretato da Marcello Mazzarella”.
Infine sul suo libro Chiara Gamberale, definita “la scrittrice d’amore che leggono anche gli uomini”, dice: “L’uscita di questo romanzo ha cambiato la mia vita e infatti è un libro amuleto. Quando uscì nel 2012 per me era stato un anno terribile. Era finito il mio matrimonio e avevano cancellato il programma radio dove lavoravo. Provavo stordimento e un dolore straziante e poi c’era la mia vita senza riferimenti. Quindi mi ritrovavo sempre a parlare di qualcosa che non c’era più. La mia psicologa un po’ sciamana mi suggerì di fare ogni giorno per dieci minuti qualcosa di diverso, qualcosa che non avevo mai fatto. Uscii dal suo studio e mi andai a colorare le unghie di fucsia. Questo è un metodo per spostarti dall’ossessione e per farti abituare al nuovo. Cambiai anche il mio editore e divenne Feltrinelli. Penso che sia un peccato ritrovarsi a giocare ai dieci minuti solo quando le cose vanno male”.
Credit: Luisa Carcavale