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Mastandrea dirige ‘Nonostante’, l’amore è salvifico

Roma, 24 marzo- “Ho voluto raccontare quanto coraggio serva per affrontare l’amore”. Così Valerio Mastandrea per la seconda volta dietro la macchina da presa con ‘Nonostante’, nelle sale dal 27 marzo.
Protagonista lo stesso Mastandrea nel ruolo di un uomo che trascorre le sue giornate in ospedale insieme ad altre persone ricoverate, interpretati da Dolores Fonzi, Lino Musella, Laura Morante, nel suo stesso reparto e in bilico tra la vita e la morte. Nel cast anche Giorgio Montanini nel ruolo del “messaggero” e Barbara Ronchi in quello della moglie di Lino Musella.

“Non è un film sulla morte e sulla vita, ma sulla fine delle cose- prosegue Mastandrea-. I nonostante sono una tipologia di persone di cui sento di far parte: persone che ci provano anche se hanno paura di affrontare le emozioni e che vanno avanti nella vita. Ho cercato di non commettere gli errori della mia prima regia. Le prime volte sono quelle più rozze e eccessive, ma c’è sempre una spinta autentica e io ho cercato di mantenere l’autenticità.
Fare il regista è un lavoro e si impara pure quello”. E Laura Morante nei panni della veterana di quel reparto dice: “Sono stata diretta da attori più volte, che hanno il pregio di capire gli stessi attori più dei registi. Ogni tanto ero un po’ intimorita da Mastandrea, ma lui non se ne è accorto. Ho adorato la sceneggiatura e ho fatto questo film con molta gioia. Ho sempre delle difficoltà, non prendo mai un impegno sotto gamba e mi lascio guidare”.

Le ispirazioni per questa storia? “Nessuna”, risponde Mastandrea. E poi: “Abbiamo scritto di getto cercando di prenderci molto sul serio e abbiamo raccontato questi personaggi come se fossero reali e questo ha creato il giusto rapporto tra registri che c’è in questo film: leggero, ma anche ruvido. Questo film è un’allegoria. Abbiamo utilizzato un gioco come strumento utile per arrivare a raccontare altro”.
Selezionato come film d’apertura della sezione Orizzonti alla 81esima Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia, il film ha poi subito qualche taglio rispetto alla versione precedente.

“Ho fatto qualche taglio dopo Venezia, per esempio ho levato un blocco dopo il volo- racconta Mastandrea-. Ma in certi momenti lo vorrei rimettere. All’inizio il finale era diverso e non moriva nessuno. Ma poi ho pensato che un uomo assurdo potesse infrangere una regola. Anche l’altro finale era bello e vorrei proprio girarlo, ma non si può fare io sono invecchiato di brutto e Dolores Fonzi vive in Argentina. Ho tagliato anche una scena, ovvero quella in cui lui finalmente saltava un ostacolo, perché il protagonista è uno che ha paura di rischiare e di buttarsi, ma poi alla fine ce la fa”.
Infine conclude: “Sento di essermi buttato. L’importante è buttarsi nella vita.
Questo è un lavoro che di rischi te ne mette tanti. Ho sempre visto il rischio come un’ evoluzione una componente essenziale. Non bisogna mai sedersi”.

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