Roma, 17 gennaio (di Giulia Lucchini)- “Non potrei immaginare un’altra versione, sono davvero orgoglioso del risultato. Abbiamo dato il 150%”, così Timothée Chalamet che nel film diretto da James Mangold interpreta il grande Bob Dylan. Si intitola ‘A Complete Unknown’, uscirà nelle sale il 23 gennaio con The Walt Disney Company e racconta un pezzo della storia di Bob Dylan quando era un diciannovenne appena appena arrivato nel West Village con la sua chitarra e il suo talento rivoluzionario destinato a cambiare il corso della musica americana. Nel cast anche Edward Norton, Elle Fanning e Monica Barbaro.
“Nel film Dylan dice che le persone tendono a ricordare i successi e a dimenticare i fallimenti, insomma che si ricorda quel che si vuole- dice il regista-. Abbiamo parlato di Dylan come di un cantastorie e un narratore. Tutti inventiamo la nostra vita. Non esiste una verità assoluta. Abbiamo letto tanti racconti su di lui e tutti si contraddicevano. Per cui abbiamo seguito i fatti in modo cronologico, cercando la verità nei toni e nelle vibrazioni. Lo abbiamo raccontato per strada e negli studios prima che diventasse famoso. Abbiamo poi cercato di trovare un equilibrio tra lavoro interno ed esterno e di fare in modo che l’uno non prevalesse sull’altro”.
E Edward Norton, che qui interpreta Pete Seeger, dice: “Youtube è stato il mio principale vettore, è sorprendente quanto materiale tu oggi possa trovare lì. La musica folk ha saputo raccontare tutti noi”. Mentre Monica Barbaro nel ruolo di Joan Bae: “Siamo sempre stati incoraggiati a non girare una biografia. Joan è ancora viva e ci sono molti filmati su di lei. Ma siamo stati liberi nell’interpretazione. Con le sue strofe e i suoi versi Dylan ha sollevato delle questioni universali e proprio per questo le sue canzoni sono senza tempo e sempre attuali ”.
Sul contenuto politico, contro la guerra, di molte canzoni di Dylan, Timothée Chalamet dice: “All’epoca c’era molto ottimismo nell’ambiente socio-culturale con questi grandi pensatori. Ora la più grande sfida della mia generazione è quella di combattere il cinismo. Attualmente se qualcuno prova a fare una canzone politica le persone alzano gli occhi al cielo”.
Infine il regista conclude: “Viviamo in un periodo di anestesia totale. Prima il pubblico diceva: per favore sorprendimi, ora invece dice per favore anestetizzami”. E il suo ultimo pensiero va a Los Angeles: “Ci vorranno tantissimi anni per riprendersi dopo quello che è successo. La situazione lì è davvero traumatica e tante persone hanno perso tutto”.