Los Angeles, 17 gennaio- Regista eclettico e visionario, sceneggiatore, produttore, attore nei suoi stessi film, montatore, scenografo e persino musicista, cantante e pittore con opere esposte al Moma di New York: David Lynch è stato tante cose. Scompare oggi all’età di 78 anni, poiché era malato da tempo di enfisema polmonare.
Nel cinema ha ricevuto tre nomination al Premio Oscar per la regia (per ‘The Elephant Man’, ‘Velluto blu’ e ‘Mulholland Drive’), la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1990 per ‘Cuore selvaggio’, un Oscar alla carriera nel 2019 e il Leone d’oro alla carriera durante la 63esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Dalla serie ‘I segreti di Twin Peaks’ negli anni novanta divenuto un fenomeno culturale dall’ enorme impatto mediatico a ‘The Elephant Man’ su un uomo affetto da terribili deformità congenite fino a ‘Velluto blu’ su uno studente del college che indaga su un orecchio mozzato che ha trovato in un campo. Nel film anche la performance di Isabella Rossellini nel ruolo di una tormentata cantante di club. E poi ancora: ‘Cuore selvaggio’ interpretato da Nicolas Cage e Laura Dern a metà tra una crime story e un road movie; il noir diventato un cult ‘Strade perdute’ e ‘Mulholland Drive’, un enigma che si svolge nel lato oscuro della grande Los Angeles interpretato da Naomi Watts, Laura Harring e Justin Theroux. Un’opera che valse a Lynch il Prix de la mise en scène come miglior regista al 54esimo Festival di Cannes. I suoi marchi di fabbrica: un sonoro e un immaginario inquietante con una forte attenzione ai desideri inconsci.