Roma, 14 novembre (di Giulia Lucchini)- “Questo è un film che parla di immigrazione, in quanto thriller ha toccato un pubblico più vasto. In Francia ha avuto dei riscontri incredibili. Ovviamente l’estrema destra non l’ha amato, ma questo per noi non è che un complimento”. Così il documentarista Jonathan Millet che ha presentato in concorso al Med Film Festival con la sua prima opera di finzione dal titolo ‘Ghost Trail’(titolo originale: Les Fantomes).
Vincitore del Premio Amore e Psiche alla xxx edizione del festival del cinema del Mediterraneo, dopo essere stato presentato all’ultimo festival di Cannes nella sezione settimana della critica, il film uscirà al cinema nei primi mesi del 2025 con Maestro Distribution. Protagonista l’attore franco-tunisino Adam Bessa nei panni di Hamid, un rifugiato siriano parte di un gruppo segreto di persone in cerca dei fuggitivi del regime Siriano.
“Per tre anni ho lavorato su un documentario con i rifugiati di guerra siriani-racconta il regista-. Ho sentito alcune storie incredibili di cittadini siriani che sono andati in Europa per rintracciare criminali di guerra siriani che volevano passare per rifugiati. Ho lavorato dunque sui traumi, sugli esili e sulla guerra”.
E poi: “Volevo raccontare anche queste pulsioni di morte attraverso il mio film. Ho scelto il genere dello spionaggio perché è quello che preferisco.
Volevo rappresentare degli eroi in cui le persone potessero identificarsi e personaggi in movimento. Ho lasciato libero lo spettatore raccontando l’immigrazione, non tutti i membri del gruppo sono visibili e non ho mostrato scene di tortura quindi allo spettatore è stato richiesto un buono sforzo d’immaginazione”.