Roma, 23 ottobre- “La figlia di Scerbanenco, Cecilia, venne in casa editrice cercando un editore che si curasse dell’opera omnia di suo padre. Abbiamo subito accolto questa proposta e abbiamo deciso di pubblicare un inedito nel 2018. Un’opera che non faceva parte del suo periodo più seguito, più rosa che noir. E ci è piaciuto vedere la reazione dei lettori che se ne sono innamorati”. Così Elisabetta Sgarbi alla presentazione del suo film ‘L’isola degli idealisti’, tratto dall’omonimo romanzo perduto di Giorgio Scerbanenco, poi pubblicato per la prima volta nel 2018 da La Nave di Teseo.
Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma, il film racconta la storia di due giovani ladri in fuga, una ragazza e un ragazzo, Beatrice Navi e Guido Cenere, che approdano su un’isola e vengono sorpresi dal guardiano, Giovanni Marengadi, e dal cane dobermann Pangloss, e condotti al cospetto dei proprietari della sontuosa villa al centro dell’Isola, detta “delle Ginestre”. Nella Villa vive la strana famiglia Reffi. Antonio, il capofamiglia, è un ex Direttore d’Orchestra che guarda con ironia la vita, soprattutto quella dei suoi due inquieti figli: Carla, una scrittrice di successo, in attesa della risposta del suo editore per il suo nuovo romanzo, risposta che tarda ad arrivare; e Celestino, ex medico, con la passione della filosofia e della matematica, con un passato che lo insegue, e ossessionato da una violinista di cui gli rimangono solo lontane immagini in super otto. Nella Villa ci sono anche una indecifrabile governante, Jole, e suo marito Vittorio, segretario di Carla. Celestino Reffi propone un patto ai due ragazzi in fuga da non si sa esattamente cosa: lui non li denuncerà e li nasconderà al Commissario Càrrua che è sulle loro tracce, ma loro seguiranno una sorta di “corso di educazione”. Celestino “è certo di potergli cambiare la vita.”
Ma sarà l’arrivo dei due ragazzi a cambiare, per sempre, la vita di tutti, in quella Villa sospesa tra acqua e nebbie.
Nel cast Tommaso Ragno, Elena Radonicich, Renato De Simone, Michela Cescon, Tony Laudadio, Vincenzo Nemolato, Chiara Caselli. “Siamo stati abbastanza aderenti alla storia di Scerbanenco. La lingua è quella del romanzo, letterale e può apparire artificiale”, dice Elisabetta Sgarbi. E Renato De Simone: “Abbiamo recitato con naturalezza questa lingua. Il mio personaggio è il vecchio Antonio”.
E Tommaso Ragno dice: “Ho subito subito una fascinazione per questo romanzo. Il libro di Scerbanenco è proprio italiano e l’italiano è una lingua letteraria. Non ho pensato alla psicologia del personaggio, ma alla lingua e questo mi ha permesso di buttarmi totalmente in questo progetto”. Infine Elena Radonicich conclude: “Elisabetta ha creato un mondo onirico in cui abitavo in qualche modo una sua fantasia. Ho interpretato un personaggio che in qualche modo è un fantasma. Ho abitato questo tempo sospeso. Il suo è un film estremamente libero”.