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Al via il Festival di Film di Villa Medici

Roma, 13 settembre- Quasi 40 proiezioni si svolgeranno all’interno e all’esterno, al Festival di Film di Villa Medici con numerosi artisti e registi internazionali invitati.
Sin dalla sua creazione nel 2021, il Festival di Film di Villa Medici esplora i legami tra cinema e arte contemporanea andando alla scoperta di nuove scritture filmiche. La quarta edizione del festival, che si svolge dall’11 al 15 settembre 2024, è animata da uno spirito pionieristico favorendo l’incontro tra una varietà di opere capaci di mettere in discussione, sconvolgere e modificare il nostro rapporto con le immagini ma anche di rinnovarne tutto l’incanto.

Una trentina di film saranno proiettati su tre schermi (di cui uno all’aperto) a Villa Medici, offrendo un’esperienza unica sotto il cielo di Roma, la città del cinema per eccellenza. Tra Via Veneto e Piazza di Spagna, Villa Medici celebrerà le immagini in movimento: film di artisti, sperimentali, di fiction, documentari; corti, medio e lungometraggi. Il festival accoglierà una varietà di narrazioni, senza limiti geografici o formali.
Il festival è diviso in tre sezioni: il concorso internazionale, con dodici film recenti di ogni genere e durata; la programmazione Focus, con film di artisti fuori concorso, opere scelte dai giurati e incontri speciali con i cineasti; infine, le grandi serate del Piazzale, con proiezioni all’aperto di anteprime e classici restaurati.
La giuria 2024 incarna questo spirito di apertura riunendo tre personalità di diversa estrazione artistica: Clément Cogitore, regista e artista visivo, Vimala Pons, regista teatrale e attrice, e Rasha Salti, curatrice, ricercatrice e scrittrice.

La giuria assegnerà due premi: il Premio Villa Medici per il Miglior Film e il Premio Speciale della Giuria per un film particolare che abbia attirato l’attenzione dei giurati. Questi premi, del valore rispettivamente di 5.000 e 3.000 euro, offrono inoltre ai registi l’opportunità di una residenza a Villa Medici. Oltre alla giuria, il festival riunisce a Villa Medici una comunità di autori e di cinefili per far crescere una riflessione collettiva sul cinema e sulle sue evoluzioni.

Il festival riunisce una costellazione di film che si distinguono per la singolarità del loro soggetto o della loro forma, e che invitano a viaggiare dentro universi vicini e lontani, facendo luce sulle grandi questioni del mondo contemporaneo. Queste produzioni di tutte le durate e i generi comprendono 9 prime italiane e 3 prime romane.

Questi i film in programma: 12 film in concorso internazionale

A FIDAÏ FILM di Kamal Aljafari (2024, Germania, Palestina, Qatar, Brasile, Francia, 78’)

Prima romana

Il film indaga sul sequestro di film palestinesi dal Palestine Research Center a Beirut, nel 1982, e propone la contro-narrazione di una storia di appropriazione perpetua.

BOOMERANG di Maïder Fortuné (2024, Francia, 13’)

Prima italiana

Canebière, palazzo costruito a Marsiglia alla vigilia della guerra d’Algeria, è affrontato come un corpo dalla telecamera che lo esplora. Il palazzo prende vita attraverso il suono di voci intrecciate, tra cui la voce di James Baldwin.

DAU:AÑCUT (MOVING ALONG IMAGE) di Adam Piron (2023, Stati Uniti, 15’)

Prima italiana

Nel 2014, il regista scopre che un uomo in Ucraina porta il tatuaggio di un parente in abiti tradizionali amerindi. Tramite la ricostruzione dei filmati della ricerca di quest’uomo, il film interroga le conseguenze della perdita di controllo su un’immagine e l’ironia circolare del tempo.

È A QUESTO PUNTO CHE NASCE IL BISOGNO DI FARE STORIA di Constanze Ruhm (2024, Austria, Portogallo, 96’)

Prima italiana

Indagando il lavoro di Carla Lonzi, femmisita italiana e cofondatrice di Rivolta Femminile, il film ci porta in un viaggio nel tempo attraverso una storia della violenza sulle donne, rendendo così omaggio alle donne artiste dal XVII secolo sino ai nostri giorni.

FAMILIAR TOUCH di Sarah Friedland (2024, Stati Uniti, 90’)

Prima romana

Familiar Touch è un film sull’approdo alla vecchia: una donna ottuagenaria nella sua transizione verso la vita in una casa di riposo, in cui affronta il conflittuale rapporto con sé stessa e con i suoi caregiver, tra le fluttuazioni della memoria, dell’identità anagrafica e dei suoi desideri.

HOW LOVE MOVES di Pallavi Paul (2023, India, 63’)

Prima italiana

Il film è ambientato in un cimitero islamico nel cuore di Nuova Delhi, dove le cicatrici della violenza pandemica e comunitaria convivono con una bellezza trascendentale. Un guardiano di tombe, con il suo incrollabile amore per i defunti, sarà il portale d’accesso a questo mondo.

MAN NUMBER 4 di Miranda Pennell (2024, Regno Unito, 9’)

Prima italiana

Il confronto con una fotografia disturbante trovata sui social media genera una serie di interrogazioni su cosa significhi essere spettatore.

PEPE di Nelson Carlo de Los Santos Arias (2024, Repubblica Dominicana, Namibia, Germania, Francia, 123’)

Prima romana

Una voce che sostiene di provenire da un ippopotamo. Una voce che non comprende la percezione strutturale del tempo. Una voce che, dalla trance, attraversa le lingue di un evento storico. “È mio il suono che esce dalla mia bocca?. O, più precisamente, cos’è una bocca?”. L’unica cosa che sa con certezza è che è morto. Il primo e ultimo ippopotamo ucciso nelle Americhe.

REAL di Adele Tulli (2024, Italia, Francia, 83’)

Prima italiana

Al giorno d’oggi, noi esseri umani fatti di carne trascorriamo gran parte del nostro tempo in un ambiente digitale, alla ricerca di felicità, ricchezza, relazioni, conoscenze ed esperienze. Di cosa è fatta la realtà di oggi?

THE PERFECT SQUARE di Gernot Wieland (2024, Germania, Belgio, 8’)

Prima italiana

Wieland ha lavorato per dodici anni con un addestratore di animali che insegnava agli uccelli a volare in cerchio o in quadrato. Il film esamina il modo in cui le norme estetiche influenzano la nostra visione del mondo (occidentale) e perché esse conducano al fallimento.

THE RETREAT di Gelare Khoshgozaran (2023, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, 22′)

Prima italiana

The Retreat è un film processuale, che indaga gli effetti temporali, spaziali e relazionali generati dai movimenti migratori sul corpo e sulla mente degli esuli.

VIÊT AND NAM di Trương Minh Quý (2024, Vietnam, Filippine, Singapore, Francia, Paesi Bassi, Italia, Germania, 129’)

Prima italiana

Prima di lasciare il Vietnam in un container insieme a futuri migranti, il giovane minatore Nam, cerca di trovare i resti di suo padre, un soldato ucciso durante la guerra civile. Ma l’amante di Nam, Việt, vorrebbe poter restare per sempre nelle profondità della miniera di carbone.


Gli appuntamenti Focus: Cartes blanches e Contrechamp

La sezione Focus è costituita da proiezioni di film fuori concorso e da numerosi incontri con artisti e registi internazionali.

3 Cartes blanches

Le cartes blanches sono un’occasione di scambio privilegiato con i membri della giuria – Clément Cogitore, Vimala Pons e Rasha Salti – che propongono una selezione di film legati alla loro attività di artisti, registi, autori o curatori.

Il regista Clément Cogitore mette in dialogo il suo film documentario BRAGUINO e il cortometraggio in 16mm dell’artista inglese Ben Rivers, ORIGIN OF THE SPECIES. Il ritratto di un singolare settuagenario che vive in una remota regione di Inverness, assieme a Darwin e le sue teorie come unica compagnia, è accostato a quello di una famiglia che sceglie di vivere una vita isolata nei boschi della Siberia. Un’osservatorio sulla capacità di inventare modi di vita autonomi, un nuovo rapporto col tempo, con il prossimo, con quella società tenuta a distanza, in favore di una rinnovata comprensione della natura, ad un tempo superba e crudele. Per raccontare il suo rapporto con il cinema, Vimala Pons presenta due film: un musical di animazione, burlesco e malinconico (MON FARDEAU), e un film-saggio autobiografico, simile a un diario, dal linguaggio visivo ipnotico (HEART OF A DOG). Due film introspettivi, di concezione diversa, ma che tessono legami segreti al cuore dei quali è l’animale.
Rasha Salti ci invita a scoprire il film del regista documentarista Ali Essafi, AVANT LE DECLIN DU JOUR. Questo film è un omaggio singolare e magistrale agli artisti in resistenza negli anni 70 in Marocco, conosciuti come un periodo di lotte e sogni collettivi. Un film d’archivio che esuma l’intensa creatività che quell’aria di rivolta è riuscita a liberare dalla violenza del regime.

2 Contrechamp

I Contrechamp propongono un dialogo tra film contemporanei e film storici, con un’attenzione particolare agli artisti-cineasti di Villa Medici.

Contrechamp Abdessamad El Montassir / Ana Vaz / Driss Aroussi

APIYEMIYEKÎ? di Ana Vaz (2019, Brasile, Francia, Portogallo, 29’)

BORJ EL MECHKOUK di Driss Aroussi (2023, Francia, Marocco, 32’)

GALB’ECHAOUF di Abdessamad El Montassir (2021, Marocco, 18’)

Difficile far parlare i paesaggi, lasciare che raccontino la loro Storia – non tanto quella geologica quanto quella segnata dagli interventi dell’uomo… ed è altrettanto difficile riuscire a evocarne tracce, immagini, attraverso il cinema. Questa, la sfida che ognuno di questi tre artisti-registi ha raccolto, partendo dalle terre della foresta amazzonica, in Brasile, e del deserto del Sahara.

Contrechamp Jérôme Clément-Wilz / Clovis Maillet & Louise Hervé

ÊTRE CHEVAL di Jérôme Clément-Wilz (2015, Francia, 63’)

UN PASSAGE D’EAU di Clovis Maillet & Louise Hervé (2014, Francia, 23’)

Al di là degli aspetti legati agli animali, i legami tra ÊTRE CHEVAL e UN PASSAGE D’EAU sono incentrati sul corpo, sul modo di trattarlo, sulla cura e i limiti di esso, e sul rapporto ibrido esistente tra uomini, animali e ambiente, affrontati dal punto di vista della trasformazione, della mutazione, ibridazione e dominio, che ci portano a riflettere sui nostri desideri e sul divenire.

WORLD/ANTIWORLD: ON SEEING DOUBLE di Haig Aivazian

Combinando le forme visive dell’arte e del cinema, il Film Festival invita l’artista libanese Haig Aivazian per presentare la sua conferenza-performance WORLD/ANTIWORLD. A seguito delle tre esplosioni avvenute all’esterno dello Stade de France nel 2015, l’artista descrive la difficoltà di distinguere tra le popolazioni delle colonie, delle zone di guerra e dei ghetti, e di delimitare i confini territoriali che le separano.

Mercoledì 11 settembre

ALLEGORIE CITADINE di Alice Rohrwacher e JR (2024, Francia, 21’)

Nel mito della caverna, Platone si chiede: cosa succederebbe se uno dei prigionieri riuscisse a liberarsi dalle catene e a fuggire dalla caverna? E se quel prigioniero fosse Jay, un bambino di 7 anni.

L’HISTOIRE DE SOULEYMANE di Boris Lojkine (2024, Francia, 93’)

Mentre pedala per le strade di Parigi per consegnare pasti, Souleymane ripete la sua storia. Tra due giorni, dovrà sostenere il colloquio per la richiesta d’asilo, il passaggio chiave per ottenere i documenti. Ma Souleymane non è pronto.

Giovedì 12 settembre

PARIS, TEXAS de Wim Wenders (1984, Germania, Francia, 146’)

Film restaurato con il sostegno di CHANEL

Dopo quattro anni di assenza, Travis riemerge dal deserto nella vita di suo fratello Walt, che lo credeva morto e ha cresciuto suo figlio Hunter. Travis cerca di riconciliarsi col suo passato e parte per il Texas alla ricerca di sua moglie, Jane.

Venerdì 13 settembre

CLOUD di Kiyoshi Kurosawa (2024, Giappone, 123’)

Ryosuke Yoshii è un uomo comune che si guadagna da vivere vendendo oggetti online. A poco a poco, attira il risentimento di coloro che lo circondano e dovrà lottare per la sua vita.

Sabato 14 settembre

EAT THE NIGHT di Caroline Poggi e Jonathan Vinel (2024, Francia, 107’)

Pablo e sua sorella Apolline sono legati dall’ossessione per il videogioco Darknoon. Quando Pablo incontra Night, che introduce nei suoi traffici, prende le distanze da Apolline. Ma quando la fine del gioco incombe, le sue scelte provocano l’ira di una banda rivale…

Domenica 15 settembre

MONTESSORI – LA NOUVELLE FEMME di Léa Todorov (2024, Francia, Italia, 99’)

Nel 1900, a Roma, Lili d’Alengy incontra Maria Montessori, medica che sviluppa un metodo di apprendimento rivoluzionario per i bambini all’epoca definiti “deficitari”. I destini delle due donne si incrociano e scrivono la Storia.

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