Venezia, 5 settembre- “Ho interpretato un personaggio realmente esistito e ho cercato di cogliere l’essenza di Schicchi e poi da lì mi sono preso dei margini di libertà”. A parlare è Pietro Castellitto nei panni di Riccardo Schicchi che con la sua agenzia Diva Futura (questo il titolo del film) negli anni ottanta e novanta in Italia ha rivoluzionato la cultura di massa trasformando l’utopia hippie dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Diretto da Giulia Steigerwalt il film, presentato in Concorso alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia vede protagoniste al fianco di Pietro Castellitto: Barbara Ronchi, nel ruolo della sua segretaria storica ovvero Debora Attanasio, Denise Capezza, nel ruolo di Moana e Lidija Kordić, in quello di Cicciolina.
“Ho deciso di raccontare questo mondo perché mi aspettavo tutto tranne che questo. Approfondendo ho trovato tante tematiche contemporanee e attuali. Sono entrata in questa grande famiglia capovolgendo il punto di vista su quel mondo, così come fa la segretaria di Schicchi. E ho raccontato una parabola meravigliosa e splendente che poi ha portato a qualcosa che era l’opposto rispetto a quello che volevano creare all’inizio. C’era questo grande sogno e illusione di raggiungere la fama e diventare delle dive e c’era anche una grande confusione e cialtroneria con delle intenzioni sincere e inconsapevoli di fondo che poi hanno generato questa rivoluzione opposta rispetto alle intenzioni iniziali di Schicchi e alla sua visione. La vita è un mix di goie e dolori. C’era un’assenza totale di pudore, ma non associata a qualcosa di viscido e aggressivo. Ci si illudeva di fare arte e di rompere i tabù e rivoluzionare i costumi. La violenza è invece l’altra faccia della medaglia e esce poi fuori inevitabilmente anche questo lato oscuro. Oggi i film che facevano loro fanno quasi sorridere. Schicchi non voleva che si creasse questa identificazione della violenza con le donne. Oggi la maggior parte del porno è violento e instilla dei modelli negativi”, dice la regista.
E sugli interpreti: “Tutte le dive, le pornostar non fanno più parte del costume italiano. Abbiamo puntato sul talento attoriale delle attrici che hanno dato dignità a queste donne che hanno anche un privato e non sono solo quelle che abbiamo visto dall’esterno. Sono grata poi a Pietro perché ha accettato questo ruolo rischioso”.
E Barbara Ronchi: “Non sapevo i lori desideri le conoscevo solo come porno dive. Loro hanno iniziato con grandi ideali ma credo che dopo sia tutto un po’ degenerato- dice l’attrice-. Il seme di come sarebbero andate le cose già c’era all’interno dell’agenzia, ma loro non la vedevano, perché vedevano le cose più scintillanti di quel mondo lì. Le cose però sono degenerate, il porno ha preso una deriva che lo stesso Riccardo Schicchi non apprezzava. Soffriva al solo pensiero di aver contribuito a questa degenerazione della sessualità dove tutto è veloce e tanto”.
“Questo è un film su un uomo che è riuscito a fare la vita che voleva fare oltre a raccontare un’incredibile rivoluzione culturale. Un uomo che è rimasto fedele alla visione del bambino e questo è qualcosa di molto potente e poetico. Giulia poi ha una visione talentuosa e cristallina, ha un talento puro e schietto”, dice Pietro Castellitto.
Prodotto da Groenlandia e PiperFilm con Rai Cinema in collaborazione con Netflix il film sarà distribuito nelle sale da PiperFilm.