Venezia, 30 agosto- “Abbiamo raccontato una persona, un attore e la sua dolcezza”. Così Laura Delli Colli alla presentazione della mostra dedicata a Marcello Mastroianni e da lei curata che è stata inaugurata oggi sull’isola di San Servolo nell’ambito dell’81esima Mostra del Cinema di Venezia.
Un omaggio fortemente voluto in occasione del centenario dell’attore – il 28 Settembre prossimo, anniversario della nascita- dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia presieduta da Sergio Castellitto.
“Qui si celebra la dolce poesia della presenza di Mastroianni, uno dei grandi protagonisti del cinema italiano”, ha sottolineato il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco. E Sergio Castellitto: “Questa mostra l’ho voluta fortemente e ho avuto la fortuna di avere Laura Delli Colli che l’ha curata in modo pregevole- dice Sergio Castellitto-. È una mostra che rimanda alla dimensione di dolcezza, nostalgia e docilità: le caratteristiche principali di Mastroianni. Il regista Manoel de Oliveira diceva che Mastroianni era docile senza essere servile e questa è una qualità che dovrebbero avere tutti”.
Oltre cento le immagini dell’Archivio fotografico della Cineteca Nazionale, tutte in grande formato, alle quali si aggiungono testimonianze, alcuni preziosi inediti e molti estratti da una lunga masterclass tenuta proprio davanti alla platea degli studenti del CSC ma anche da filmati -anche questi d’archivio- in cui Mastroianni parla di sé e del suo rapporto con i registi- primo tra tutti Federico Fellini- le compagne e i compagni di lavoro sul set ma anche delle sue passioni e del suo modo di vivere il cinema, ma non solo. Una Mostra che racconta l’attore, certo, ma anche un uomo speciale, che non amava essere etichettato come un ‘latin lover’ ma che resta un’icona di eleganza, di stile e di fascino irripetibile.
“Ringrazio Sergio per avermi chiamato, gli ho detto subito di sì, un po’ incoscientemente perché era un’operazione da fare in poco tempo- dice Laura Delli Colli-. Ringrazio anche la squadra che ho avuto vicino perché abbiamo lavorato in tempi stretti, ma con un grandissimo entusiasmo. E ringrazio San Servolo che ci ha accolti. Era facile raccontare Mastroianni attraverso una filologia corretta di rapporto con i suoi film, ma avremmo avuto bisogno di tutta San Servolo. Abbiamo deciso di destrutturare tutto e raccontarlo attraverso dei segni e delle parole. Mastroianni è riuscito a essere sé stesso sempre. Come diceva Monicelli: un sé stesso per essere sempre diverso oppure diverso per essere sempre sé stesso”.
“Feci il mio primo film dal titolo Il generale dell’armata morta di Luciano Tovoli nel 1983 con Mastroianni e Piccoli.- prosegue Castellitto-. Posso dire che forse la mia vera accademia sono state quelle dieci settimane passate sul set con loro. Lì ho imparato una cosa fondamentale: le star possono rimanere attori. Lui aveva questa dimensione straordinaria e davanti ad un primo piano non aveva un atteggiamento mosso dalla sua esperienza e dalla sua scaltrezza, ma quello di un uomo che dopo più di 100 film era colto dal panico. Il panico è una cosa fondamentale per un attore perché ti consente di non recitare in automatismo e guardarti bene dall’esperienza. Fare questo omaggio a Mastroianni è qualcosa di commovente. In questi tempi di guerra mettiamo in scena un uomo che ha sempre rimandato un’immagine pacificatoria della sua esistenza”.
L’esposizione “Marcello, come here…Cent’anni e oltre cento volte Mastroianni” sarà allestita sull’isola di San Servolo- dove è in allestimento la nuova sede del Csc Immersive Arts, primo polo dedicato alle arti immersive e performative in Italia – è costruita con preziosi materiali d’archivio della Cineteca Nazionale diretta dal conservatore Steve Della Casa, e offre al pubblico un magnifico viaggio nel mondo di Mastroianni e sarà possibile visitarla fino al 9 gennaio 2025.