BERLINO, 18 febbraio (di Laura Delli Colli) – Bisogna imparare serenamente a lasciar andare quello che amiamo: le persone, come le cose. E forse anche il loro ricordo. “E’ un processo importante”, dice Piero Messina che, alla Berlinale, con il suo film, opera seconda dopo L’attesa, si chiede se davvero l’amore possa sopravvivere in un corpo altro che diventa il custode di una memoria senza fine.
Another End, Scritto dal regista con Giacomo Bendotti, Valentina Gaddi, Sebastiano Melloni (e nei cinema il 21 marzo) è in anteprima mondiale in concorso alla 74.ma Berlinale: un racconto romantico nel tempo, futuribile, dell’intelligenza artificiale e delle suggestioni più spericolate che l’immaginazione di un domani non troppo lontano trasforma in un racconto fortemente segnato dall’emotività in un mondo distopico che rimanda alla fantascienza.
“Due corpi immobili che si guardano nel silenzio di un risveglio sono un inizio e nel mistero racchiuso in quello sguardo, è tutto quello che ho immaginato di raccontare in questo film” spiega Piero Messina. Che nelle note di regia premette subito che il cortocircuito messo in atto dalla tecnologia che in Another End promette di separare i corpi dalle coscienze l’ha fatto interrogare su ciò che ci lega alle persone che amiamo: quello che del rapporto con loro crediamo di sapere, le parole, i ricordi, ma anche qualcosa che di interiore e misterioso che sopravvive in noi quando tutto sembra finire.
Al centro della storia c’è un uomo che non riesce a superare la perdita della compagna, morta nell’incidente stradale che apre il film e che per elaborare il lutto decide di servirsi di una nuovissima tecnologia: è “another end”, il dispositivo che permette di “scaricare” i ricordi e la memoria di chi ha appena perso la vita in un corpo “ospite” per il tempo necessario a permettere alla per- sona di dargli il giusto addio. Ma la tecnologia che in questo film separa i corpi dalle coscienze è una promessa o un inganno? Il mistero di Another end è, alla fine, proprio questo: un interrogativo che ci fa chiedere cosa ci lega alle persone che amiamo e che sopravvive in noi quando tutto sembra essere finito. Qualcosa che diventa l’illusione di un pensiero consolatorio, il desiderio a cui si abbandonano i personaggi del film. Che per il regista ha comunque vissuto “innanzitutto come una storia d’amore, colta nel momento della separazione, quando paradossalmente, in quel distacco si fa sentire più forte il senso del legame”
Il film girato tra Roma e Parigi, è interpretato da Gael García Bernal, Renate Reinsve (premiata a Cannes per La Persona Peggiore Del Mondo), Bérénice Bejo (migliore attrice, sempre a Cannes, nel 2013) e Olivia Williams. Another End è stato prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, in associazione con TF1, e con Anton e in collaborazione con Number 9 Films . Uscirà nelle sale italiane il 21 marzo con 01 Distribution.