Roma, 18 gennaio- Dopo il Leone d’oro alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia e il Golden Globe come miglior film commedia arriva nelle nostre sale, dal 25 gennaio distribuito da The Walt Disney Company, il nuovo film di Yorgos Lanthimos (La favorita, The lobster) dal titolo Povere creature! interpretato dalla splendida Emma Stone, nonché dal grande attore statunitense ormai anche un po’ italiano (vive a Roma da anni) Willem Dafoe.
Qui nei panni di un Frankenstein dei nostri tempi, un medico-scienziato di nome Godwin Baxter che crea Bella Baxter, una giovane donna affamata di libertà e ansiosa di conoscere il mondo. Lo farà accompagnata da Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, in una travolgente avventura, spaziando da Lisbona a Parigi.
In realtà le assonanze con la storia di Frankenstein ci sono, ma fino a un certo punto. Nella storia basata sul romanzo di Alasdair Gray e scritta da Tony McNamara: “Il mostro che crea Frankenstein provoca repulsione, mentre il mio personaggio quasi si innamora di questa creatura dandogli una seconda possibilità – dice Willem Dafoe-. In un certo senso attraverso di lei sta dando a sé stesso la possibilità di una seconda vita. Il mio personaggio crede profondamente nella scienza e per lui quel che fa è qualcosa di generoso ed entusiasmante”.
Da subito Dafoe ha sentito un legame profondo con il personaggio da lui interpretato. “Sono nato in una famiglia di medici, cresciuto in continuo contatto con gli strumenti chirurgici, in mezzo alla medicina, ai laboratori e alle malattie. Da adolescente sono stato il portiere della clinica di mio padre praticamente. Alla maggior parte delle persone l’idea di stare male è qualcosa che fa paura, per me invece andare in ospedale è una sorta di ritorno in famiglia”, racconta.
E sulla figura femminile che esce fuori da questo film dice: “Questo è un film che esprime una liberazione personale attiva che vediamo attraverso gli occhi di una donna. Le donne sono più adorabili e attrattive, mentre gli uomini sono molto oppressivi. Molti si riconosceranno in loro. Qui viene mostrata la capacità di resistenza sessuale dal punto di vista delle donne e questo è forse il motivo per cui sono state sottomesse per anni. Ora c’è un turbinio e un cambio di posizione rispetto a questi temi”.
Quale la salvezza per gli uomini? “Non sono sicuro di avere una risposta sulla salvezza degli uomini perché già faccio fatica a salvare me stesso”, conclude.