Palermo, 21 novembre 2023- Va a La Bête di Bertrand Bonello (Francia, Canada 2023) il Premio Efebo d’Oro per il miglior film tratto da un’opera letteraria della 45a edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival. Ad assegnare il premio la giuria composta da Giorgio Vasta (scrittore e sceneggiatore), Marica Stocchi (produttrice cinematografica) e Stefano Savona (regista), ai quali si aggiunge, come da regolamento del Festival, il responsabile del “Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema” ovvero la sua presidente Paola Catania.
La giuria motiva così la sua scelta: «Raccontando la storia di Gabrielle e Louis – con un’escursione temporale che dagli inizi del Novecento conduce fino alla metà del XXI secolo, e muovendo dalla Parigi del passato a una Los Angeles del presente a una Parigi, di nuovo, del futuro – Bonello riesce a dare forma a un film che dialoga con l’immaginario cinematografico senza mai smettere di essere radicalmente personale. Del film del regista francese risalta con forza la capacità di catturare una sfumatura che nella nostra esperienza della contemporaneità è tanto nodale quanto sfuggente: la vita umana è il continuo presentimento di qualcosa che sta per accadere e che non accade mai, di qualcosa che ci riguarda intimamente e che non sappiamo nominare – che non sappiamo nominare proprio perché ci riguarda così intimamente. Questa intuizione – che è al centro del magnifico racconto di Henry James dal quale Bonello prende le mosse -, in La Bête trova un’espressione compiutamente cinematografica. In La Bête tutto parla – la direzione degli attori, la loro performance, i costumi, il decòr, il montaggio, in generale la messinscena – e tutto incombe: tutto sta per accadere: tutto nutre un senso di mistero inesauribile. Il cinema – e anche in questo il film di Bonello è esemplare – è sempre ciò che sta per accadere (e che non accade, e accade)».
A Sieben Winter in Teheran/Seven Winters in Tehran di Steffi Niederzoll (Francia, Germania 2023) viene consegnato il Premio Efebo Prospettive per film opera prima o seconda dalla giuria composta da Sara Serraiocco (attrice), Francesco Costabile (regista) e Alain Parroni (regista), che così si esprime sulla sua scelta: «Per la sua straordinaria capacità di raccontare in modo sensibile e riflessivo la storia travagliata di una giovane donna e della sua dignità. L’audacia con cui la regista affronta questo esordio evidenzia, uno sguardo onesto e sincero sulla brutalità del sistema giudiziario e le dinamiche di potere in Iran. Il film offre attraverso una grande consapevolezza linguistica, uno sguardo sulla vita di una giovane donna, mettendo in luce il suo coraggio di fronte a un sistema legale e alle difficoltà affrontate dalla sua famiglia. È un’opera che va oltre il racconto di un tragico evento, diventando un potente strumento di riflessione su una società conflittuale e violenta e sul potere del mezzo cinematografico. La combinazione di materiali contrabbandati, interviste emozionali e ricostruzioni suggestive crea un’esperienza cinematografica che ispira sia nell’ambito del documentario che della finzione e incide profondamente nell’animo degli spettatori». La stessa giuria assegna una menzione speciale a Bye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberias di Lina Soualem (Francia, Palestina, Belgio, Qatar 2023), con la seguente motivazione: «Per la capacità di trasformare un viaggio intimo e personale nel racconto drammatico di un intero popolo, in una terra che da più di settant’anni vede i propri confini, le proprie identità, sgretolarsi e lasciare alle spalle un paesaggio fatto di rovine e storie incompiute. Un film che ci mostra, con struggente onestà, le ferite e le conseguenze di una guerra che ha segnato indelebilmente un’intera famiglia e quattro generazioni di donne».
Sempre a Bye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberias va il Premio Michele Mancini – intitolato al critico cinematografico e saggista, nonché direttore del Laboratorio Cinematografico dell’Università degli Studi di Palermo e docente di Storia dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Palermo negli anni Ottanta -, assegnato da studentesse e studenti dei corsi di cinema dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia (fra quelli della sezione “Efebo Prospettive”). La giuria motiva così la sua scelta: «Per la sua capacità di raccontare da un punto di vista intimo e inusitato la testimonianza di quattro generazioni di donne palestinesi e per il coraggio della regista di mettere al servizio della Storia la sua storia personale».
Bye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberias conquista anche Premio ANDE (Associazione Nazionale Donne Elettrici) Palermo con la seguente motivazione: «Per la sua narrazione asciutta, dove ciascuna parola ha un suo preciso posto ed un valore insieme fattuale e simbolico. Per il racconto della perseverante affermazione della verità da parte di Reyaneh Jabbari e della sua famiglia pur laddove i diritti delle donne vengono tragicamente negati, per il profondo valore della testimonianza».