Roma, 12 novembre (di Giulia Lucchini)- “Dovevo venire con Maria Callas, non poteva essere in altro modo”. Parola della grande Angela Molina, che al Med Film Festival, ha ricevuto il Premio alla Carriera. Sullo sfondo l’immagine di questa edizione del festival ovvero Maria Callas, il caso ha voluto che lei stia lavorando a un nuovo film proprio con le musiche della grande soprano. Ma le coincidenze non sono finite. L’attrice ha scelto di proiettare, dopo la premiazione, il film Gli occhi, la bocca di Marco Bellocchio. Il grande regista però non era presente perché proprio nella stessa serata stava ricevendo anche lui un Premio alla carriera a un festival tedesco. Al suo posto a consegnarle il Premio c’era però Sergio Castellitto. Quale il legame? Non era nel cast del film del 1982, ma doppiava Giovanni, ovvero l’attore Lou Castel, fratello gemello del suicida Pippo. Nella storia poi Giovanni si innamorava di Wanda, interpretata appunto dalla Molina.
“Forse mi chiamarono per via del mio cognome visto che doppiavo Lou Castel- scherza Sergio Castellitto sul palco accanto alla direttrice del Med Film Festival Ginella Vocca e al giornalista Federico Pontiggia-. Lo incontrai fuori dalla sala, si aggirava in maniera un po’ poliziesca. Non voleva essere doppiato invece poi accadde. Ho passato tre o quattro settimane con gli occhi di Angela davanti ai miei. È come se l’avessi conosciuta in qualche misura lì. Dopo tanto tempo diressi Nessuno si salva da solo e le chiesi di fare questo personaggio che lei ha fatto con un’ironia e delicatezza e una poderosa fragilità davvero unica. Per cui ancora la ringrazio. È stata anche nel cast dell’Archibugi. Non ci siamo incrociati. Quando mi hanno chiesto di venire qui per consegnarle il premio per me è stato un premio. Grazie anche a Ginella Vocca e al Med Film Festival, perché in questo momento queste tre lettere, ovvero Med, assumono una forza unica”.
Emozionata è poi salita sul palco Angela Molina. Un’attrice che è diventata da subito quell’oscuro oggetto del desiderio, come nel titolo del film di Bunuel. Un titolo che le avrebbe poi plasmato anche la carriera in divenire.
“Grazie per avermi portato a Roma e per aver creato un festival di cinema pieno di attenzione, entusiasmo e amore per gli esseri umani- dice l’attrice-. Questa è una casa costruita per tutti dove lo sguardo dell’essere umano è il miglior rifugio per l’altro. E il nostro cuore inquieto non si stanca di sperare. Non ho saputo trovare altro cielo per questa casa che la voce di Maria Callas che basta nominarla per commuoversi. Parte di un coro che è il coro del mondo, un mondo che oggi ha bisogno di vivere in pace”.
Cresciuta in una famiglia molto numerosa. Madre di cinque figli. Cinquant’anni di carriera. Ben 150 film alle spalle o “anche di più”. La Molina si è poi raccontata dalla sua infanzia quando ancora non sapeva che avrebbe fatto l’attrice, ma si chiudeva spesso nella sua stanza “immaginando mondi segreti” al suo rapporto con i vari registi, come Bellocchio: “Era venuto a Madrid a trovarmi, io ero incinta di otto mesi. Lui non lo sapeva. Due settimane dopo ho avuto Matteo e sono partita per Bologna per fare il film. Al mattino preparavo i biberon”.
Capace di passare dal cinema d’autore più raffinato alle grosse produzioni statunitensi senza mai perdere un briciolo della sua classe e del suo desiderio di esplorare la gamma dei sentimenti umani. Figlia d’arte, icona della transicion espanola, dotata di un’eleganza naturale e della piena padronanza dei ruoli, Angela Molina è dalla fine degli anni Settanta una delle attrici più intense e versatili del cinema europeo.
Vincitrice del David di Donatello nel 1986 come migliore attrice protagonista per l’interpretazione in Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti, e del Nastro d’argento come migliore attrice straniera, ora la Molina riceve il Premio alla Carriera al Med. Una carriera sterminata. Nella lunga lista di registi per cui ha lavorato ci sono i fratelli Taviani, ma anche Tornatore. E poi ancora: Luigi Comencini, Elio Petri, Lina Wertmuller, Francesca Archibugi e Liliana Cavani nel suo ultimo film L’ordine del tempo (2023). Una carriera che ancora continua alla grande. L’attrice è infatti ora impegnata a Barcellona nel film Polvo seran (Polvere saremo) con il regista Carlos Marques-Marcet. Mentre quest’estate ha girato il film The Return, una nuova versione dell’Odissea diretta da Uberto Pasolini con Ralph Fiennes come Odisseo e Penelope Cruz come Penelope.