Roma, 1 novembre- “Questa è una serie nata più di dieci anni fa dopo aver letto il libro di Fabrizio Gatti. Abbiamo trasformato un doc in una serie thriller. Questa è una serie che tratta un argomento molto serio. C’è una connessione con il film di Matteo Garrone perché dove finisce questo film inizia questa serie”. A parlare è Nils Hartmann, Executive Vice Presidente Sky Studios per l’Italia, alla presentazione di Unwanted- Ostaggi del mare. Creata da Stefano Bises e scritta sempre da lui con la collaborazione di Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero, questa grande coproduzione, dal 3 novembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, mette insieme talenti italiani e internazionali e racconta la storia di una nave da crociera che trae in salvo un gruppo di migranti. Due mondi da sempre tenuti a distanza che si trovano a convivere.
Cinquemila persone a bordo, tra passeggeri ed equipaggio. La prima sera, dal mare vengono salvati ventotto migranti africani. Per quelle persone in fuga da miseria, fame e guerre l’Orizzonte è la salvezza. Per i passeggeri, l’incontro con i naufraghi, è un bagno di realtà di cui avrebbero probabilmente fatto a meno.
Diretta da Oliver Hirschbiegel, la serie vede protagonista un vasto cast capitanato da Marco Bocci e Jessica Schwarz, e che comprende anche Dada Bozela e tanti altri.
“Ho letto il libro nel 2011 e era un libro devastante e toccante, non puoi smettere di leggerlo. Leggere queste storie e identificarsi con queste persone mi ha davvero sconvolto. È una storia che non ti lascia e non ti abbandona”, dice Sascha Rosemann, producer per Pantaleon Films.
E il regista Oliver Hirschbiegel: “Il regista Renoir una volta ha detto: la cosa tremenda della vita è che tutti hanno una ragione. L’obiettivo di tutto il mio lavoro è essere autentico e non esprimere giudizi. È stato difficile parlare dell’Africa perché io non vengo da lì e sono un vecchio bianco, ovviamente è più facile quando uno ha a che fare con il proprio background personale. Questa però è stata un’ulteriore sfida”.
“Questa mi è sembrata una grande opportunità narrativa- dice Stefano Bises-. Questa è una serie che non si schiera, ma è la metafora che le cose brutte vere succedono quando alzi i muri. Su questa nave la situazione precipita quando decidono che ventotto persone non possono arrivare in Italia. La nave da crociera ci permetteva di raggruppare le ragioni di tutti. Sky ha investito molti soldi in un tema profondamente politico e divisivo. È una scelta coraggiosa. La serie si schiera nella misura in cui ci dice che quel che abbiamo fatto fino ad oggi non funziona perché genera disgrazie e morte”.
Infine conclude Marco Bocci: “Mi sono sentito molto fortunato a essere stato scelto per questa serie che affronta il tema che tutti conosciamo da un altro punto di vista: facendolo vivere più che raccontandolo. Il regista mi ha portato dentro il suo modo di vedere il personaggio. Mi ha fatto sentire la responsabilità di questa situazione. Giravamo in una vera nave da crociera e condividevamo tantissimo tempo insieme restando dentro a quell’atmosfera quindi approfondivi il tuo personaggio in modo attento e programmato”.