Roma, 24 ottobre- Arriva in prima mondiale alla Festa del Cinema di Roma il film inedito e postumo di uno dei grandi maestri della televisione e del cinema italiano, Ugo Gregoretti.
Io, il tubo e le pizze, un progetto nato nel 2015 che a causa di vicissitudini diverse, le precarie condizioni di salute e poi la scomparsa del Maestro nel 2019, vede solo oggi la sua presentazione al pubblico.
Prodotto da Enzo Porcelli per Achab Film, con la collaborazione di Rai Cinema e distribuito da Luce Cinecittà che lo porterà nelle sale, il film è un lascito visivo dell’intelligenza, l’incredibile ironia, lo stile unico insieme colto e popolare, di un autore che ha rivoluzionato il linguaggio televisivo, in modi che sono tutt’oggi (e non sempre dichiaratamente) imitati.
Vi si ritrova una raccolta di filmati, reportage, brani di repertorio, che sono insieme una summa del Gregoretti regista e narratore, e uno spaccato del costume del nostro paese, che come pochi Ugo ha saputo raccontare.
“Io, il Tubo e le Pizze” è la sintesi del percorso creativo e professionale dedicato alle immagini di Ugo Gregoretti. Il film entra nella storia e nella realtà culturale d’Italia riflessa nel cinema e nella tv. Lo stesso Gregoretti, ci “porta” con ironia e delicatezza attraverso gli episodi della sua vita personale e professionale, corredati dalle immagini dei suoi film e dei suoi programmi tv, con l’umorismo che caratterizza tutte le sue opere per rivedere come eravamo e capire che ora non siamo tanto diversi.
“Il progetto di realizzare un film basato su una sceneggiatura tratta dal mio libro “La storia sono io” che parla della mia vita privata e degli episodi salienti di quella professionale, era diventato per me impraticabile a causa dell’impegno fisico che avrebbe richiesto- scrive nelle sue note lo stesso Gregoretti- . Quindi ho modificato l’impostazione del lavoro, raccontando invece la sintesi del mio percorso creativo e professionale e delle opere da me realizzate per la TV (che ne hanno innovato il linguaggio) e per il Cinema. Ho voluto quindi semplificare il racconto, che, come concepito, richiedeva ricostruzioni storiche che partivano dagli anni ’30 ad oggi, ma ho mantenuto l’ironia e la godibilità delle situazioni, orientandolo ai momenti più rilevanti della mia carriera professionale. La narrazione, si avvale del racconto-guida fatto da me stesso che, a Roma insieme ad una coppia di giovani appena sposati, ci porta attraverso gli episodi della mia vita professionale con le immagini di repertorio dei miei film e dei miei programmi televisivi. Essi sono il mio contraddittorio, gli evocatori dei miei racconti che, attraverso le loro piccole provocazioni, suscitano le mie reazioni creando delle situazioni divertenti”.