Venezia, 3 settembre- Si è tenuto presso lo spazio dell’Italian Pavilion, nell’Hotel Excelsior, il secondo tempo dell’importante confronto sul futuro del cinema, ossia sul ruolo dell’autore in un sistema produttivo globale sempre più dominato dagli algoritmi e sul quale incombe anche l’intelligenza artificiale.
“Dobbiamo fare un’alleanza strategica tra tutti i protagonisti del cinema (autori, produttori, attori e associazioni di categoria) per regolare e governare il sistema editoriale delle piattaforme. In questa confronto è fondamentale il ruolo dei festival che devono essere il motore primo di questa alleanza”. Così Roberto Cicutto, Presidente della Biennale, nel corso dell’incontro organizzato da ANAC, 100autori, WGl, Arp, Sfr dove si è rilanciata la Dichiarazione dei cineasti, già presentata al Festival di Cannes. Un vero e proprio manifesto in più punti dove la questione fondamentale è, nella nuova era digitale, la titolarità e il controllo artistico delle opere da parte degli autori in nome della libertà di espressione e di un giusto riconoscimento economico del proprio lavoro.
“I festival sono fari che gettano luce su impegni, azioni, strategie che vanno elaborate con tempi e approfondimenti diversi” ha dichiarato Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate degli Autori, “Ma in tempo di pensiero unico e di massificazione del consenso dettato da leggi diverse da quelle della sensibilità delle persone, eventi come questi sono fondamentali per rompere la cappa della pigrizia e della rassegnazione intellettuale. Questa forse non è una guerra degli uomini contro le macchine ma è certo un’occasione storica per ricordarci che nessuno ha il diritto di sottrarci la libertà individuale e la passione per chi sa guardare alla vita in modo nuovo e personale”.
Radu Mihăileanu, in rappresentanza dell’Arp, nel suo intervento ringrazia per il supporto in questo confronto il Festival di Venezia e il Presidente Cicutto, augurando una proficua collaborazione internazionale. Francesco Ranieri Martinotti, Presidente dell’ANAC, sottolinea come quello che sta avvenendo è paragonabile a un vero e proprio saccheggio, di idee e di creatività e quindi di saperi. Tutto questo non può avvenire senza un giusto ed equo compenso, all’interno di un nuovo sistema di regole, che possano garantire questi diritti non negoziabili.
Il regista Mimmo Calopresti ha sottolineato l’importanza dello sciopero degli autori e attori americani che si sono duramente schierati in questa fondamentale battaglia di civiltà. La regista palestinese Najwa Najjar ha fatto un esempio di come questa omologazione dei contenuti sia estremamente negativa per la creatività: secondo questi algoritmi il racconto sulla Palestina deve essere tutto incentrato sul tema del terrorismo, dimenticando sentimenti, gioie e dolori delle persone oggetto del racconto.
Nel corso dell’incontro si è affrontato anche il tema dell’intelligenza artificiale nel processo creativo e produttivo, una vera e propria minaccia nei confronti della libertà di espressione.